CORONAVIRUS, L’ITALIA BOCCIA LE SCELTE SULLA SCUOLA. “Si doveva riaprire già a maggio”
Il 57% non condivide la chiusura prolungata. La didattica online sgradita al 59%. Sì alle protezioni in aula
di
Antonio Noto
direttore della Noto Sondaggi
La gestione della scuola nel periodo del Covidrappresenta il vero tallone di Achille del governo. Se finora il giudizio complessivo su come il premier Conte ha affrontato l’emergenza sanitaria è stato costantemente positivo, anche superiore al 60% di consenso rispetto ad alcuni provvedimenti, i pareri sul modo in cui è stata gestita la scuola durante questo stesso periodo sono sempre risultati critici, con percentuali di gradimento che non hanno oltrepassato il 30%. Il concetto fondamentale alla base della formazione dell’opinione pubblica è che la scuola non è solo formazione didattica, ma anche educazione sociale e pertanto con il continuare del lockdown scolastico è venuta a mancare ai giovani tutta quella parte di interazione personale e sociale che nell’età evolutiva costituisce il primo pilastro della crescita civica dei bambini e degli adolescenti.
Proprio per queste ragioni il 57% della popolazione non ha condiviso la durata così prolungata della chiusura delle scuole e afferma che si sarebbero dovuto aprire i cancelli almeno ad inizio della fase 2, cioè a maggio. Tra l’altro non si comprende il motivo per cui gli stessi bambini e giovani che possono uscire, andare a trovare i propri amici, non possono invece ritornare tra i banchi. Così anche sulla esperienza delle lezioni a distanza il giudizio rimane critico. Il 59% dei genitori con figli in età scolastica dice che non è stata una buona esperienza da un punto di vista didattico. Inoltre, un dato da non sottovalutare è che il 46% dei genitori ha notato che la mancanza della scuola sta influendo negativamente sull’umore dei proprio figli. Archiviato il passato, pensando al futuro le opinioni negative non cambiano.
Nei giorni scorsi era nata l’ipotesi di poter dare la possibilità agli alunni di ritornare a scuola solo nell’ultimo giorno dell’anno. La proposta è stata bocciata dal governo ma non dagli italiani, o in particolare dai genitori degli alunni che nel 60% avrebbero approvato questa iniziativa. Altro fattore che riscuote giudizi negativi è l’eventualità che la riapertura a settembre delle scuole sia condizionata alla possibilità di ridurre l’ora delle lezioni da 60 a 40 minuti. In questo caso le opinioni contrarie aumentano ulteriormente e ben il 66% dei genitori si dichiara in completo disaccordo. Tra l’altro non ne vedono utilità in quanto comunque non ridurrebbe il rischio del contagio, ma inciderebbe solo su una minore permanenza dei ragazzi a scuola.
L’unica cosa che mette d’accordo italiani e governo è invece l’ipotesi di indossare in aula le mascherine. In questo caso il 57% condivide l’idea del governo. Alla conclusione di quest’anno ci devono essere promossi e bocciati o vista la situazione si dovrebbe procedere ad un accesso di diritto alla classe successiva? In questo caso gli italiani sono spaccati, prevale, ma solo leggermente, la quota (46%) di chi pensa che comunque sia giusto anche bocciare se ci sono le motivazioni mentre è quasi simile (44 per cento) la percentuale di chi pensa che non sia corretto prevedere bocciature.
Roma, 31 maggio 2020
Fonte quotidiano.net