CORONAVIRUS, IL SONDAGGIO: “VOGLIAMO NORMALITA’ “. Ma il 60% teme il Covid
Tutti i dubbi della Fase 2 tra corsa alle ripartenze e paura del contagio. E c’è chi allenta le precauzioni
di
Antonio Noto,
direttore della Noto sondaggi
Gli italiani continuano ad avere paura del contagio ma chiedono di ritornare ad una vita normale. Quello che potrebbe sembrare a prima vista una contraddizione nella realtà non lo è. È da dire che la popolazione non ha compreso bene quali sono i limiti di comportamento in questa fase 2 e ancora una volta la comunicazione del governo non è andata a segno e ha generato messaggi caotici che non hanno fatto ben comprendere cosa è permesso fare. Nel dubbio i cittadini si sono autoregolamentati.
I dati: la metà degli italiani è per riaprire con più velocità ma al contempo il 60% ha paura di essere contagiato dal Coronavirus. Insomma è come se i cittadini non si spiegassero per quale motivo a loro è concesso di uscire da casa mentre molte attività non possono riaprire. Pertanto si può affermare che nell’immaginario collettivo convivono le due convinzioni, da una parte il 53% chiede di riattivare in tempi veloci tutte le attività, dall’altra il 60% teme ancora di poter essere vittima del Coronavirus. Infatti questa contrapposizione si evidenzia anche nel momento in cui si vanno a misurare i comportamenti e le angosce che i cittadini hanno vissuto in questa prima settimana della fase 2.
Il 65% ha dichiarato di essere uscito almeno una volta al giorno da casa, ma dall’altra parte non si sentiva in condizione di sicurezza quando era in giro. Il 66% ha notato che molte persone non indossano la mascherina ed il 53% che spesso il distanziamento sociale di almeno 1 metro non viene rispettato. Tra chi in questi giorni è uscito da casa il 62% ha osservato che per strada c’è tanta gente, quasi come in una giornata qualsiasi prima dell’epidemia. La mascherina è l’oggetto che aumenta la percezione della sicurezza personale. Infatti il 77% dice di sentirsi più sicuro se la indossa. Le prescrizioni di lavarsi le mani frequentemente sono seguite dalla maggioranza degli italiani (67%) ma è anche da notare che ben il 41% dice che lo fa meno spesso rispetto alla fase 1. A nche per quanto riguarda le modalità del lavoro si sono registrate significative variazioni tra i giorni di lockdown e adesso.
Se prima circa il 37% degli occupati lavorava da casa, oggi questa percentuale è scesa al 28%, però ciò che fa più riflettere è il cambiamento del giudizio sullo smart working. Se nel mese di aprile il 72% di quelli che lavoravano da casa era soddisfatto di questa possibilità, oggi solo il 36% dichiara di essere contento ed un lavoratore su due vorrebbe tornare in ufficio.
Roma, 10 maggio 2020
fonte quotidiano.net