COMMUNITAS COGITATIONIS – TRIO DI PESARO
PROGRAMMA
Martedì 30 agosto 2022 ore 20.00 chiostro del convento dei Santi Sette fratelli di Mosciano Sant’Angelo
Lorenzo Bavaj, pianoforte
Andrea Castagna, Violino
Alessandro Culiani, violoncello
W.A. Mozart : Trio per pianoforte ed archi n.6 in Do M Kv548
- Allegro assai
- Andante Cantabile
- Rondò
L.V.Beethoven: Trio per pianoforte e archi op.1 n.1 in Mi bemolle Maggiore
- Allegro
- Adagio cantabile
- Scherzo. Allegro assai
- Finale. Presto
GUIDA ALL’ASCOLTO
Il Trio in do maggiore fu composto da Mozart nel 1788, per la precisone la data autografa riporta il 14 luglio, prossimo alle tre grandi sinfonie, n.39 -40 -41, dette “viennesi”. Musicalmente difficile trovare chiari riscontri tra le tre sinfonie e questo trio. La forma del trio è concertante piuttosto che dialettica, tanto che i tre trii composti da Mozart nell’anno 1788 prendono le sembianze di piccoli concerti per pianoforte e orchestra. La parte del pianoforte è difatti preminente, e il discorso si articola piuttosto quale contrasto tra timbri che come dialettica d’idee.
Il primo movimento presenta una rilevante instabilità armonica. Lo sviluppo, ad esempio, predilige il minore, le modulazioni si susseguono senza posa, come è caratteristico del fantasticare mozartiano, incline alla malinconia nera, ed anche alla ripresa la risposta del violino appare in do minore.
L’Andante cantabile espone al pianoforte una melodia atona, resa ancor più tale dall’armonizzazione in accordi tenaci degli archi. Sono le inquietudini dell’ultimo Mozart, che da uomo simbolo dell’illuminismo ha già aperto la propria mente ai prodromi del romanticismo; non a caso conferma ci viene dallo “Sturm und Drang” dell’improvvisa modulazione all’attacco dello sviluppo, e nella chiusa, dove una variazione ritmica prende vita da una terzina della terza battuta del tema.
Il Rondò, teramo movimento, dal carattere pastorale, presenta secondo la tradizione francese un episodio centrale, più lento, in minore. E sarà un Andante dalla cantilena penetrante, lo sbalzo d’umore di una natura fragile e pronta all’immedesimazione con le pene degli uomini, soprattutto le inconfessate, inspiegabili, represse.
II catalogo beethoveniano si apre proprio con i tre Trii op. 1, pubblicati nel 1795; non si trattava probabilmente della sua prima opera in senso cronologico, ma certo era un biglietto da visita che il giovane musicista volle probabilmente revisionare a lungo prima di esporsi per la prima volta pubblicamente come compositore. La presenza dei quattro movimenti, l’uso dello Scherzo come terzo movimento e l’indipendenza del violoncello sono già importanti elementi innovativi, che si coniugano tuttavìa con un linguaggio e uno utile legati ancora alla musica di fine XVIII secolo, come può risultare evidente da un confronto con i capolavori dell’età più matura (op. 70 e 97). Il «sapore mozartiano» delle sonorità, dei profili melodici, delle scelte armoniche… continua
TRIO DI PESARO
Nel 1927 il piacentino Amilcare Zanella, all’epoca direttore del Liceo Musicale di Pesaro e creatore della Società dei Concerti pesarese, fondò un Trio insieme al violinista Giovanni Chiti e al violoncellista Nerio Brunelli, riprendendo la tradizione dello storico “Trio di Pesaro” formato da Frontali, Cremonini e Vitali. Questa formazione, molto apprezzata nel panorama musicale italiano, rimase attiva fino al 1949.
Invitato regolarmente nelle più importanti sale da concerto, il Trio eseguiva i più vasti repertori per questa formazione, in buona parte dedicati al Trio stesso dai più importanti compositori dell’epoca (compreso lo stesso Zanella) e addirittura dall’editore Giulio Ricordi, il cui unico Trio per violino, violoncello e pianoforte fu dedicato proprio al Trio di Pesaro.
La particolarità del Trio di Pesaro è che i suoi componenti, avvicentaditisi per oltre mezzo secolo di attività, non furono quasi mai di origine pesarese; ciò non deve stupire, se si pensa che fin dalla sua fondazione il Liceo Musicale di Pesaro (1882) e più in generale la città rossiniana furono un fulcro musicale importantissimo intorno al quale gravitarono e gravitano tuttora i più importanti musicisti del panorama nazionale ed internazionale.
È per questo motivo che il pianista Lorenzo Bavaj, il violinista Andrea Castagna ed il violoncellista Alessandro Culiani, pesaresi solo “di adozione”, nell’unire le proprie esperienze musicali individuali hanno deciso, come Zanella quasi un secolo fa, di riprendere la tradizione ed il nome del “Trio di Pesaro”, trasportandolo idealmente nel nostro secolo, con lo scopo di riscoprire e riproporre al pubblico il repertorio di questa storica formazione.