COME SI TUTELANO GLI AGRICOLTORI? COME SI BATTE IL CAPORALATO?
ARRIVA LA PROPOSTA DI LEGGE – PD E M5S – CONTRO IL SOTTOCOSTO E LE ASTE A DOPPIO RIBASSO.
di
Peter D’Angelo
E’ stato approvato stamane alla Camera, ed ora passerà all’esame del senato, il progetto di legge sulle norme per contrastare il fenomeno della vendita “sottocosto” e le “aste a doppio ribasso” (che incidono anche sul fenomeno del caporalato). Il progetto ha un inedito, ovvero una collaborazione stringente tra Susanna Cenni (Pd) e Chiara Gagnarli (M5s), un laboratorio politico che potrebbe anticipare inerzie future. Il progetto di legge, passato in Commissione agricoltura, prevede che sarà vietata “la vendita al pubblico di un prodotto effettuata ad un prezzo inferiore a quello risultante dalle fatture di acquisto maggiorato di Iva e di ogni altra imposta o tassa connessa alla natura del prodotto e diminuito degli eventuali sconti o contribuzioni riconducibili al prodotto”.
LO SCONTRO E’ APPENA INIZIATO: FEDERDISTRIBUZIONE E’ CONTRO LA LEGGE
Da una parte Federdistribuzione, l’associazione di categoria della Grande distribuzione (i supermercati), spiega come la legge già esistente sul sottocosto “esclude espressamente i prodotti freschi e deperibili, perché questi prodotti devono giungere ai consumatori in tempi rapidi per evitarne il deterioramento”. L’associazione assicura che “Questa pratica non incide sui fornitori, che ricevono dalla Gdo sempre lo stesso prezzo d’acquisto necessariamente (per definirsi realmente un “sottocosto”) più alto di quello di vendita, favorisce i consumatori, che trovano la massima convenienza e contribuisce a ridurre gli sprechi”.
PRO-LEGGE: TERRA ONLUS, COOP, CONAD, CONFESERCENTI
Fabio Ciconte, direttore di Terra! Onlus, è il protagonista di una lunga battaglia contro le aste al ribasso, “È inaccettabile l’atteggiamento di tutta la Grande distribuzione che si coalizza contro il divieto del sottocosto. Dicono che è una misura antispreco ma sanno bene che parliamo di aste al ribasso e di pratiche sleali che fanno male ad agricoltori e produttori”. Le aste a doppio ribasso e il sottocosto determinano alcune delle cause alla base del caporalato. Se il produttore non riesce a vendere ad un prezzo che possa coprire i costi è costretto ad abbassare i costi della manodopera.
DURANTE LA PROTESTA DEI PASTORI SARDI
“Durante la protesta dei pastori sardi – di febbraio 2019 – a voce alta chiedevano 1 euro a litro per i loro latte, un big player ha acquistato 10 mila quintali di pecorino romano a 5 euro al chilo (per fare un chilo di pecorino ci vogliono 6 litri di latte), un altro acquisto è stato quello di 20 milioni di bottiglie di passata di pomodoro da 700 grammi a 35 centesimi”. Così si mette in seria difficoltà tutta la filiera agricola, e gli agricoltori devono adottare strategie di sopravvivenza, tra cui, purtroppo, il caporalato indiretto.
IL CAPORALATO, NUMERI E COSTI
Il caporalato non accenna a diminuire, sono 400mila i lavoratori agricoli coinvolti, secondo il quarto rapporto Agromafie e Caporalato, dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil 2018. Complessivamente il business del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura vale quasi 5 miliardi di euro e il tasso di irregolarità è pari al 39,9%. In tutto oggi sono 30mila le aziende che ricorrono all’intermediazione, circa 1 su 4. La paga media resta bassissima tra i 20 e i 30 euro al giorno, nemmeno 3-4 euro l’ora, da 8 a 12 ore di lavoro e spesso le ore pagate sono molte meno di quelle realmente lavorate.